Diario di una Pasqua a Istanbul

La Moschea Blu e Aya Sofia illuminate, un colpo d’occhio fantastico.

Arriviamo a Istanbul e inizia la nosta avventura. Cena barbecue house con menù turco (evvai… finalmente il vero kebab!), musica dal vivo  e danze tipiche: la nostra Annalisa si è difesa benissimo sulla pista da ballo. Il locale si affaccia su un panorama mozzafiato: la Moschea Blu e Aya Sofia illuminate… sembra di essere in una cartolina! L’atmosfera è molto suggestiva, ma gli alcoolici turchi si cominciano a far sentire e anche il volume delle nostre voci si fa sentire troppo in un quartiere molto tranquillo della città. Decidiamo così di tornare in hotel!

Il giorno seguente, alle 8.20 del mattino, il sole è già alto nel cielo con picchi di 25 gradi mentre in Italia ancora si gela! Partiamo con la grande guida Gonen alla scoperta delle meraviglie del palazzo Topkapi e tutti i gioielli che custodisce: smeraldi e diamanti enormi, ma anche armi e armature antichissime. Il palazzo si trova all’interno di in un parco sontuoso e curatissimo dove tutti noi, vista l’alzataccia, abbiamo pensato bene di fiondarci nella più vicina caffetteria che per un paio di lire turche ci ha preparato il caffè più desiderato del weekend! Visitiamo anche l’interno della Moschea Blu e, finalmente, tutti smettono di chiedersi come mai si chiami così visto che l’esterno è grigio! A seguire, l’ippodromo bizantino, e, dopo una breve sosta pranzo, (Kebab per tutti? Ok!) la meravigliosa Basilica della Cisterna, dove tutti si stupiscono di trovarci i pesci! Ma ciò che più colpisce soprattutto è l’atmosfera surreale che si respira in quel luogo e i nostri esperti di fotografia, Riccardo e Elena, si sbizzarriscono!

Dopo la visita alla Basilica della Cisterna, le donne vanno in fibrillazione per il Gran Bazar: dalle borse ai bracciali d’argento, dalle tovaglie ai tappeti alle pellicce, 4.000 caratteristici negozietti dove la parola d’ordine è “contrattare”! Ceniamo in un ristorante che da su Torre di Galata e ci imbattiamo nella burocrazia turca a cui è  appena stata revocata la licenza per gli alcolici e si torna tredicenni: fanta e coca per tutti! Per fortuna, Piazza Taksim è a due passi da dove ci troviamo e terminiamo la serata tra i fumi del narghilè e i liquori tipici turchi. I più mondani passano dalla piacevole vita della Istanbul by night alla discoteca Reina, la più esclusiva e chic di tutto il Bosforo… ma anche l’unica discoteca senza pista! Per questo, io, Alfio, Matteo, Franco e Claudio veniamo spesso invitati dal servizio d’ordine a non ballare davanti ai tavoli o ai divanetti. Per fortuna, il locale ha una terrazza favolosa e un servizio bar eccellente, clientela elegantissima e seleziona… ed ecco arrivare i giocatori del Galatasaray, si riconoscono subito: sono gli unici vestiti da rapper! Poche ore di sonno e ci ritroviamo davanti alla magnificenza di Aya Sofia e la Moschea del Solimano. Ci saranno più di 1.000 turisti da tutte le parti del mondo, bisogna togliersi le scarpe per entrare… e quanti calzini strani! Pranzo a base di pesce in un ristorantino sul Bosforo per poi godere della crocierina con il sole che non ci molla un attimo! Attracchiamo a 100 metri dal mercato delle spezie e vai con thé, tisane, noccioline, pistacchi,  olive e profumi orientaleggianti… forse anche vagamente afrodisiaci e durante la cena si abbattono definitivamente le barriere. Ormai ci conosciamo bene e iniziamo ad apprezzarci anche sotto altri punti di vista: l’atmosfera vacanziera ci rende più inclini a ricevere e fare ‘gli occhi dolci’, no? Chi ha bisogno di una piccola spinta, viene a bere con me in una vineria… e a volte basta un mojito per far chiedere al cameriere se sia sposato (vero Elisa?). Ultima notte e rientro in Italia. Silvia

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