Jacopo Sarno

26 Feb 2013 Protagonisti DonatoG

Mi piace arrampicarmi sulla cima dei posti che non conosco e cercare la magia, qualunque cosa sia

Oggi conosciamo Jacopo Sarno, il giovane attore in scena con Full Monty.

1.Nella prima domanda, come già immaginerai, parleremo di FULL MONTY, lo spettacolo di cui sei protagonista, e di questa tua nuova avventura teatrale. Da quanto tempo fai l’attore? Come reputi il tuo lavoro e l’ambiente in cui lavori?

Faccio questo lavoro da “sempre”. Prima dei quindici anni era un gioco appassionante, ma niente d’impegnativo, un paio di sit-com e parecchi doppiaggi, qualche pubblicità girata all’estero, e quindi viaggi bellissimi, di cui ricordo ogni attimo.

Dopo aver studiato per anni musica, recitazione e canto, è arrivato il musical Datemi tre caravelle (musical su Cristoforo Colombo con Alessandro Preziosi e Nicky Nicolai), e lì è cambiato tutto: sono partito per la prima tournèe da “professionista” ed ero nel pieno del liceo.

Quello che faccio è frutto di passione, di tutta la volontà e determinazione testarda che hanno guidato le mie giornate, della grinta – a volte ottusa e sorda alle critiche distruttive – e soprattutto di amore per quella magia che ogni sera accade in teatro.

Con i miei compagni di lavoro di Full Monty, condivido la passione per il teatro e tra noi c’è un’alleanza speciale: siamo una vera squadra.

E’ successo in passato di incontrare persone competitive o non del tutto oneste. Ho superato le inevitabili delusioni, semplicemente guardando avanti. Oggi mi trovo accanto a persone meravigliose. Una di queste è sicuramente Massimo Piparo, regista con cui volevo lavorare da molto tempo. Massimo ha un senso della scena unico e doti umane che considero molto rare.

2. Come si svolge la tua giornata tipo?

Iniziano tutte allo stesso modo: porto fuori Elvis (il mio cane), faccio colazione (caffè amarissimo) scarico la lavatrice (o la rifaccio se mi sono dimenticato dentro le cose lavate da più di due giorni), metto i piatti della sera prima nella lavastoviglie.

Se ho un esame con una data vicina studio come un pazzo senza mangiare e senza dormire, altrimenti lavoro per la mia musica, per i videoclip in consegna del mio gruppo di regia (i Cloverthree) o faccio turni di doppiaggio. Verso sera vado a correre, o in palestra per “light saber combat”, scherma con spade laser ispirata a Guerre Stellari. Naturalmente la mia più grande ambizione è diventare Jedi.

3.  Cosa stai facendo in questo momento, oltre allo spettacolo teatrale?

Finalmente ho avuto l’occasione di misurarmi nel doppiaggio con personaggi negativi e torbidi (era la mia sfida: tirare fuori la mia parte oscura) in film importanti come Detachment (Il distacco), Elle, e Qualcosa nell’Aria (Apres Mai) di Olivier Assayas, dove ho addirittura il ruolo del terrorista. In queste cose la mia faccia da “bravo ragazzo” è un bell’ostacolo.

Scrivo canzoni, come sempre. Tra poco uscirà un brano che ho scritto per il progetto dance di un amico dj. Quando ho composto la canzone, ci ho messo mesi per trovare il coraggio di farla sentire; ci ha pensato il mio amico dj, proponendola a mia insaputa a Mario Fargetta, che ha deciso subito, con entusiasmo di produrla e di partecipare di persona al video musicale, girato dai Cloverthree.

Assieme a Paolo Cartago e Francesco Marullo (da sempre i miei migliori amici), da poco più di un anno realizzo video musicali e cortometraggi. La formazione è: Francesco alla direzione della fotografia e alla macchina da presa, Paolo ed io alla regia, le mie notti insonni al montaggio. Pochi giorni fa è uscito Soltanto il vero di Niccolò Agliardi ed Emis Killa, che abbiamo realizzato con l’aiuto di altri ventenni pieni di talento e voglia di fare cinema.

4. L’estate è ancora lontana: forse è presto parlare di vacanze. Quale sarà la tua prossima?

Penso che farò un lungo giro in moto. Ho una gran voglia di esplorare.

5.Cosa ti piace fare quando sei in viaggio? Sei più per il relax totale o preferisci stare sempre in movimento?

Mi piace arrampicarmi sulla cima dei posti che non conosco e cercare la magia, qualunque cosa sia. Di solito ho in tasca la Moleskine e la mia armonica.

6. Sei single? Se si, quali sono i vantaggi di una vacanza senza partner?

Ci sono vacanze che vanno vissute da soli. Magari con la chitarra o la moto. La solitudine è una compagna di viaggio fantastica, se stai cercando qualcosa dentro di te. Certo, la vacanza con chi ami è un momento assoluto.

7. Pensi che l’essere fidanzato o meno influisca sulla scelta della destinazione finale?

Sicuramente si; quando sei fidanzato, pensi per due e cerchi di programmare di più perché tutto possa essere perfetto e lei si senta sempre al sicuro.

8.Dove ti piacerebbe andare questa estate in vacanza?

La Spagna è una delle mie mete preferite: non è troppo costosa, ha posti incontaminati e, a tratti, è quasi selvaggia. L’anno prossimo mi piacerebbe arrivare in moto fino in Portogallo.

9.È cambiata negli anni la tua idea di vacanza ideale? Oggi a cosa proprio non rinunceresti quando sei in vacanza?

Non rinuncerei agli amici e amo portare con me il mio cane Elvis, che viaggia con la testa fuori dal finestrino: amo avere Elvis con me e non ce la farei proprio a lasciarlo in una pensione per cani.

La crisi ha stravolto un po’ tutte le proporzioni e le mie priorità: io e i miei amici dobbiamo fare costantemente i conti con il portafogli, specie adesso che vivo da solo. In passato ho spesso “usato” le vacanze per fare corsi di musica e recitazione, preso dalla foga di migliorare. Ora non è facile come prima.

Adesso la vacanza ideale è andare con gli amici in giro per il mondo – ma va bene, anche se il mondo è appena oltre la tangenziale. Tanto le idee ci raggiungono dappertutto, e finisce sempre che ci mettiamo a girare con la telecamera tutto quello che vediamo o viviamo. Al montaggio, a settembre, spesso diventano dei cortometraggi che parlano di noi.

10. Sono il tuo migliore amico. Ti chiamo e ti dico che tra due giorni si parte; decidi tu la destinazione. Dove ti piacerebbe andare?

Istanbul: è la città più bella del mondo.

11.  Che progetti hai per il futuro?

Un album di canzoni nuove e tanti nuovi lavori di regia con i Cloverthree: voglio far crescere la nostra idea. L’obiettivo sarebbe riuscire a far lavorare con noi tanti nostri coetanei in cerca di una squadra artistica forte e sorretta dalla solidarietà.

Credo che lavorare sia fondamentale, sia per la sopravvivenza sia per l’anima: noi Cloverthree abbiamo trovato un modo per “costruirci una professione” in un momento in cui eravamo tre ventenni intristiti, preoccupati e stanchi di aspettare che dall’alto ci piovesse in testa una proposta o un provino. Era l’inizio del 2012. Siamo solo all’inizio, incrociamo le dita.

Mi piacerebbe molto recitare in un film italiano: l’Italia ha registi pazzeschi; nulla da invidiare al cinema internazionale.

Comunque il mio prossimo passo è la laurea: mancano pochi esami e voglio andare fino in fondo (questo l’ho scritto per far felice mia nonna).

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